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Javier Vicedo Alós tradotto da Antonio Buccelli

 

Quando ho incontrato i versi di Javier Vicedo Alós, non ho avuto tentennamenti; la trasparenza delle tematiche e del linguaggio di questo poeta non lasciano dubbi di sorta: è questa una poesia straripante e diretta, che non indugia in futili narcisismi; una poetica bella cosi come appare, nuda e cruda, quasi spavalda, che aumenta di tono nel suo esaurirsi, lasciando interdetto chi la legge; come a voler donare appositamente spazio e voce all’altro.

Quella di Javier Vicedo Alós è una poetica aspra e diretta, sottilmente aperta all’infinito e alla fatalità dell’esistenza; che si fa in alcuni tratti più dura e sprezzante, quasi intransigente, anche nei confronti dell’uomo stesso, nonostante permanga l’impronta sostanzialmente esistenziale delle tematiche affrontate. (“Si nasce senza parole /e con tutte le parole distrutte /ce ne andiamo”. Da “Omaggio verticale”, parte II).

Le poesie selezionate da me per questa occasione, sono tratte dalla raccolta Ventanas a ninguna parte, pubblicata in Spagna nel 2010. Tradotto in italiano, il titolo della raccolta suona un po’ come Finestre su nessun luogo, quasi a voler dire che il poeta osserva l’infinito nella sua inesauribilità da un luogo neutrale, irraggiungibile; da dove fissare le coordinate anche della propria personale limitatezza, imposta dalla carne, dalla materia; dirigendo le proprie emozioni dalla finestra spalancata della propria anima, invitandoci a percorrere con lui questa profonda escursione verticale. Le poesie tradotte hanno come tema centrale proprio questa visione ambigua e mutevole della vita, il desiderio d’infinito, ma anche la ricerca della realtà, difficilmente rintracciabile; condizione da cui scaturisce l’amara riflessione che racchiude tutta l’opera dell’autore.

E poi la particolarità quasi maniacale che Javier Vicedo Alós riserva alla parola, resa monito, quasi simbolo da preservare costantemente, come la finestra, vera figura centrale di tutta l’opera. La finestra è qui metafora d’anima e di coscienza, una coscienza che non vuole piegarsi all’uomo, ma che vuole quasi distaccarsene; e magari ritornare verso quegli stati primordiali, in stretta simbiosi con tutti gli esseri della terra (“Scomporre il mio nome in questa sera /come l’uccello che si schianta in canto /fino a intonare la sua stessa assenza”. Da “Ambizione”).

Anima che comunque ritorna a sé e retrocede a vittima di un’esistenza da cui non si ha scampo, anzi, da dove riaffiora prepotente il desiderio di appartenerle (Rischioso il ritmo della carne / questo salto verso il mondo / e la sua respirazione di corpi vincolati. / Però lì è l’uomo: in quel rischio d’esserlo. Da “Desiderando mondo”).

Una poetica quindi precisa e perentoria nella sua tematica, una riflessione sull’esistenza e sull’impossibilità di immedesimarsi nell’altro, anche avendone la necessità costante.

 

Antonio Bux

 

 

Poesie tratte da Ventanas a ninguna parte

Di Javier Vicedo Alós

 

HOMENAJE VERTICAL/a Roberto Juarroz

 

I

 

Echamos fuego al agua

y apagamos la transparencia.

Así quema el hombre la claridad del mundo

y la prende de silencio.

El temblor humano del fuego,

el estrépito de una voz abriéndose

enmudece cualquier palabra.

Al fuego le basta con arder.

 

 

 

OMAGGIO VERTICALE/ a Roberto Juarroz

 

I

 

Gettiamo fuoco sull’acqua

e spegniamo la trasparenza.

Così arde l’uomo la limpidezza del mondo

facendola avvampare di silenzio.

Il tremore umano del fuoco,

lo strepitio di una voce disserrandosi

ammutolisce qualsiasi parola.

Al fuoco basta ardere.

 

 

 

II

 

No hay palabra más cierta que otra.

Se aprende a callar con los años,

aunque parezca que hablemos.

 

Se nace sin palabras

y con todas las palabras rotas nos vamos.

 

Y sin embargo,

aunque vivir sea enmudecer,

existe un placer original en el silencio

que justifica todos los silencios.

 

 

II

 

Non c’è parola più certa di un’altra.

S’impara a tacere con gli anni,

anche se sembra che parliamo.

 

Si nasce senza parole

e con tutte le parole distrutte ce ne andiamo.

 

E tuttavia,

nonostante vivere significhi ammutolire,

esiste un piacere primordiale nel silenzio,

che giustifica tutti i silenzi.

 

 

 

AMBICIÓN/a Carlos Marzal

 

Descomponer mi nombre en esta tarde

igual que el pájaro se rompe en canto

hasta cantar su propria ausencia.

 

Quebrar los nudos pétreos de la carne

y ser la incandescencia pura

sin motivo ni superficie.

 

Ser por un sólo instante –ya sin término-

Porción silenciosa del mundo,

Voz más lejana que la voz.

 

 

AMBIZIONE/a Carlos Marzal

 

Scomporre il mio nome in questa sera

come l’uccello che si schianta in canto

fino a intonare la sua stessa assenza.

 

Spezzare i ruvidi nodi della carne

ed essere pura incandescenza

senza motivo né superficie.

 

Essere per un solo istante – senza termine-

porzione silenziosa del mondo,

voce più lontana della voce.

 

 

 


DESEANDO MUNDO/a Santiago Pantós

 

Doy un paso hacia el mundo.

Dar un paso es tender los labios,

sacrificar nuestra vocación de tristeza,

abrir la dura cáscara de la noche.

Doy un paso hacia el mundo

agotado de tanta suerte inmóvil

-un pájaro es sus alas, un hombre su deseo-.

 

 

Palpitan como venas los caminos.

Y sé el humo de tantos gestos,

la luz vencida en la espesura de los árboles.

Es arriesgado el ritmo de la carne,

este salto hacia el mundo

y su respiración de cuerpos enlazados.

Pero ahí es el hombre: en ese riesgo a serlo.


DESIDERANDO MONDO/a Santiago Pantós

 

Faccio un passo verso il mondo.

Fare un passo è tendere le labbra,

sacrificare la nostra vocazione alla tristezza

aprire il guscio duro della notte.

Faccio un passo verso il mondo

esausto di tanta sorte immobile

– un uccello è le sue ali, un uomo il proprio desiderio-.

 

Palpitano come vene le strade.

E so il fumo di tanti gesti

la luce vinta nello spessore degli alberi.

Rischioso il ritmo della carne,

questo salto fino al mondo

e la sua respirazione di corpi vincolati.

Però lì è l’uomo: in quel rischio d’esserlo.

 

 


CENTRO POSIBLE

 

Cuerpo, rasgas la noche, y hay mundo.

Hay ventanas, y vértigo de ahora,

de siempre;

la tentación también, tan quieta, del objeto:

ser madera o piedra,

clausura de la propia forma.

Pero el gesto es futuro:

un cuerpo queda quieto, o retrocede,

y la ventana está ya más cerca.

El instante es urgencia, aire, salto

-en pensar se hace el movimiento:

caída o ascenso, nadie sabe-.

Cuerpo, centro de todos los posibles.

 

 

CENTRO POSSIBILE

 

Corpo, strappi la notte, e c’è mondo.

Ci sono finestre, e vertigine di adesso,

di sempre;

la tentazione anche, cosi ferma, della materia:

essere legno, o pietra,

prigione della propria forma.

Ma l’espressione è futura:

un corpo resta impalato, o indietreggia

e la finestra è più vicina.

L’istante è impellenza, aria, lancio

-nel pensare si ha il movimento:

caduta o ascesa, nessuno può saperlo-.

Corpo, centro di tutto il possibile.

 

Javier Vicedo Alós nace en Castellón en 1985, aunque desde hace dos años reside en Madrid. Es autor de los poemarios Ventanas a ninguna parte (Ed. Pre-textos, 2010), La última distancia (Ed. Puerta del Mar, 2010) y El azul silencio del hombre (Ed. Aula de poesía, 2008). Con sus obras ha obtenido el II Premio de poesía joven RNE (2010) y el IV Premio de poesía Bancaja de Creación (2007). Durante el 2008 fue residente de la 6ª promoción de la Fundación Antonio Gala como reconocimiento por su labor literaria. En la actualidad compagina sus estudios de Filosofía en la Universidad Complutense de Madrid con la elaboración de un nuevo libro. L

 

Javier Vicedo Alós è nato a Castellón nel 1985, ma risiede e vive da molti anni a Madrid. Ha pubblicato i seguenti libri: Ventanas a ninguna parte (Ed. Pre-textos, 2010), La última distancia (Ed. Puerta del Mar, 2010) y El azul silencio del hombre (Ed. Aula de poesía, 2008). Con le sue opere ha ottenuto il premio di poesia giovane RNE (2010) e il IV premio di poesia Bancaja de Creación (2007). Durante il 2008 ha ottenuto un riconoscimento alla 6ª promoción de la Fundación Antonio Gala per il suo lavoro letterario. Attualmente accompagna congiuntamente ai suoi studi di Filosofia presso l’Università Complutense di Madrid, l’elaborazione di un nuovo libro.

 

 

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Poesie di Javier Vicedo Alós

tratte da Ventanas a ninguna parte

© Pre-textos edizioni 2010

Traduzioni a cura di: Fernando Antonio Buccelli (Antonio Bux)

 

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