Category: Anteprime

Michael Schmidt sul sito di Parco Poesia

“Chi gettò la radice d’ogni cosa tanto a fondo / che nulla vola via di quel che nominiamo? / Perché possiamo ridere e poi subito piangere / e dare un nome al ridere e alle lacrime? / Qual è la malattia che ci oscura gli occhi? / – Siamo umani perché siamo soli: // tocchiamo e parliamo, ma il silenzio segue / le parole come un’ombra, la mano si ritrae.”

Adélia Prado sul sito di Parco Poesia

Nonostante il successo inaspettato, improvviso e crescente, Adélia Prado preferì restare fuori dalle scene, recandosi soltanto di rado a Rio o São Paulo per partecipare a eventi letterari. Nonostante questo suo status di outsider, Adélia Prado è considerata uno dei più importanti poeti brasiliani. La sua opera è stata fatta oggetto di dozzine di tesi e dissertazioni, di un documentario e innumerevoli articoli, monografie e interviste su giornali, supplementi letterari e popolari riviste, ed è stata tradotta in spagnolo, italiano e inglese.

“La pesatrice di perle” sul blog di Rai News

“Microracconti in versi o favole ambientate nel nostro tempo… Laura Fusco riesce ancora a stupire per la vivacità inquieta e impaziente della sua poesia…. una dimensione ansiosa e insonne, dove le figure femminili vengono ad agitarsi tra forte spinta vitale, strappi drammatici…realtà contemporanea e tracce sempre vive di una passata grandezza… Il lettore viene facilmente coinvolto da questa scrittura incalzante e felicemente frenetica, trasparente, comunicativa, ricca di concretezza e fantasia….”

Maurizio Cucchi

Per le parole che si ostinano a restare. Poesia portoghese contemporanea

E se ci chiedessimo quale sia, nel secolo attuale, l’eredità delle differenti poetiche che arricchirono il Ventesimo Secolo, definito “secolo d’oro” della poesia portoghese? La risposta non è facile, perché manca la giusta distanza per avere una visione d’insieme che ponga in prospettiva ciò che è avvenuto dall’inizio del secolo fino a oggi; ed è anche vero che quindici anni sono un tempo insufficiente per osservare questo periodo con un minimo di rigore e di oggettività. Se da un lato abbiamo poeti che provengono da generazioni e periodi anteriori e proseguono un cammino personale, dall’altro quella cui assistiamo oggi è soprattutto un’affermazione di nomi e di proposte che si distinguono per una voce peculiare e personale. Com’è il caso dei poeti che questa antologia riunisce. Altre scuole sono e saranno possibili, ma questo è un primo passo verso la conoscenza delle trasformazioni della poesia portoghese allo spartiacque tra due secoli.

Abdellatif Laâbi sul sito di Rai News

“Le più belle poesie / si scrivono sopra le pietre” scrive Alda Merini, “coi ginocchi piagati / e le mani aguzzate dal mistero.” E Abdellatif Laâbi le sue poesie più belle le ha scritte in una cella di prigione in Marocco, dove è stato confinato in ragione delle sue idee e della sua attività letteraria, dove ha subito le più atroci torture e spietate umiliazioni.

Nuno Júdice, La materia della poesia

“Di fatto, quando scrivo e cerco le parole che comporranno la poesia”, spiega Júdice in La notte della poesia, “ciò che realizzo è una sorta di traduzione di un testo astratto, immemore, di cui conosco il senso generale, e che devo trasporre in un’altra lingua, la mia”.

David Huerta, La strada bianca

Quella di David Huerta è una poesia dei quattro elementi, nutrita di terra e di fuoco e d’aria e d’acqua, profondamente radicata nella tradizione, intrisa di riferimenti alla letteratura e all’arte figurativa, eppure pervasa dall’ansia della ricerca. Nel processo della sua scrittura, il poeta sembra voler inspirare il reale, per espirarlo nel verso.

Coral Bracho, Quello spazio, quel giardino

Quello spazio, quel giardino, annuncia il titolo di questa raccolta poetica di Coral Bracho, che si configura piuttosto come una sola poesia di ampio respiro. E ci chiediamo dove voglia portarci la poetessa, dove si trovino esattamente quello spazio, quel giardino. Ben presto ci rendiamo conto che la poetessa intende condurci nel mondo della sua infanzia, aprircene le porte, invitandoci a entrare.